lunedì 14 gennaio 2013

The Big C

Le persone con gli angoli della bocca perennemente rivolti all'ingiù mi fanno una gran pena: chissà che fatica dev'essere per loro sorridere!
 

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Giorni fa ero in ospedale, al laboratorio analisi per fare il consueto prelievo di sangue per il controllo annuale.
C'era una quantità abbastanza insolita di pazienti, veramente non era mai accaduto che trovassi una tale ammucchiata e, se non fosse stato perché ormai ero uscita di casa a digiuno e non mi andava di fare un altro digiuno il giorno dopo - che io quando devo uscire la mattina senza caffé e senza colazione, mordo - avrei girato i tacchi e me ne sarei andata.
Invece, buona buona, ho preso il numeretto per la fila all'accettazione, dove mi avrebbero dato un secondo numeretto per la chiamata in sala prelievi. La prima fila è stata abbastanza veloce... sì, 'nZomma, veloce quanto può esserlo una fila di 41 numeri prima di me. La seconda attesa, invece, è stata ben più lunga e snervante.
Col numero subito dopo il mio c'era una signora visibilmente disorientata, estranea al luogo e alle procedure, abbastanza petulante e comunque, vogliosa di attaccar bottone con qualcuno (cosa di cui io, privata di cibo e caffeina, non avevo sicuramente voglia). In ogni caso, espletate le formalità all'accettazione, andiamo a sederci nell'affollata sala d'attesa, la signora alla mia destra, a poche sedie di distanza da me.
Dopo un po' sento, e con la coda dell'occhio vedo, che risponde ad un signore accomodato alle sue spalle. A giudicare dal tono di confidenza, presumibilmente il marito, che le aveva chiesto in modo irritato "ma un'altra fila devi fare???", gli dice in pratica che sì, a quanto pare è così che funziona: due file, una per l'accettazione, e l'altra per il prelievo. Tanto valeva che si mettesse l'anima in pace e aspettasse pazientemente che arrivasse il suo turno.
Incuriosita, giro la testa per vedere in faccia questo signore così impaziente ed irritabile e... guarda guarda chi è!!! Ma nientemeno che The Big C, l'ex-direttore di stabilimento di quell'importante azienda, N° 2 nell'organigramma, di fatto N° 1 per potere, sia dentro che fuori dall'azienda.
Imponente, con l'aria da padreterno, severo e imperioso, nient'affatto incline al dialogo se non strettamente di carattere professionale, forse giusto un tantino di più coi suoi pari in grado, ma comunque sempre per rimarcare che tra lui e loro c'era una barriera invalicabile. Il classico dirigente della vecchia scuola insomma, quello che neanche ti guarda dall'alto verso il basso, ma che non ti vede proprio, se non per chiederti qualcosa che gli serve adesso! subito! o per cazziarti.
A quei tempi, caro Big C, quando eri qualcuno, quando contavi qualcosa, bastava che qualcuno pronunciasse il tuo nome che ti si aprivano tutte le porte, venivi accolto con deferenza e accontentato in tutte le tue richieste. Quando arrivavi in qualsiasi posto, ma soprattutto nel posto di lavoro, calava il silenzio. La tua posizione ti dava dei privilegi che neanche ci si poteva immaginare, e tanto si è fantasticato su come ti sia fatto la villa ai colli. Scommetto che a quei tempi neanche sapevi cosa significasse "fare la fila"... neanche immaginavi che "fare la fila" fosse una pratica comune a tutti i comuni mortali, perché tu non eri comune, e forse non ti credevi nemmeno mortale.
Ma ora sei pensionato. Vecchio, anche se ancora ben conservato, brontolone e... inutile. Il tuo potere di un tempo ora è in mano a qualcun altro, e tu conti come il due di coppe quando la briscola è a denari.
E' seccante fare la fila al laboratorio analisi dell'ospedale, vero? anzi, che dico? DUE file! una all'accettazione e una per il prelievo. Nessuno che ti conosca, che ti osanni, che ti si prostri dinanzi aprendoti una porta secondaria per farti scavalcare tutta quella fila umana di miserabili mortali che seguono le trafile dei miserabili mortali.
Brutta cosa la perdita del potere.
Embé, Big C, che ci vuoi fare? così va la vita... pure Napoleone è stato due volte nella polvere, due volte sull'altare. Almeno a te non t'hanno mandato in esilio a Sant'Elena!
E comunque, mi fai sempre una gran tristezza, con quella bocca con gli angoli sempre rivolti ingiù, oggi ancor più di allora, quando il broncio scolpito serviva a far sentire ancora di più la distanza che ponevi tra te stesso e il resto del mondo.
Oggi, è per il disappunto di dover essere uno qualunque, costretto a fare le file come il resto del mondo.